Memorie-2018

 

 

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DA ROMA ALLA TERZA ROMA

XXXV SEMINARIO INTERNAZIONALE DI STUDI STORICI

Campidoglio, 21-22 aprile 2015

 

 

TREPAVLOV - CopiaVadim Trepavlov

Accademia delle Scienze di Russia

Mosca

 

LEZIONI DI ETNOGRAFIA IMPERIALE:

I VIAGGI DEGLI ZAR NELLE REGIONI “ETNICHE” RUSSE

 

 

 

[Riassunto della comunicazione]

 

 

1. Fino alla seconda metà del XVIII secolo gli zar viaggiavano per la Russia solo quando si trasferivano nelle residenze fuori città, quando partivano in pellegrinaggio, o in direzione della frontiera, nelle campagne militari, oppure per motivi diplomatici.

Da Caterina II in poi i monarchi, di tanto in tanto, hanno cominciato a lasciare Pietroburgo per compiere dei viaggi nei territori imperiali di cui erano sovrani.

 

2. Il significato e la finalità dei lunghi viaggi consistevano in alcuni aspetti: a) veniva dimostrata attenzione verso le province dell’Impero, e anche verso gli abitanti non slavi; b) si creava una concreta immagine di unità dello zar con i suoi fedeli sudditi; c) nel corso dei viaggi la sovranità della Russia sulle sue terre veniva, per così dire, rinnovata. Si trattava di una seconda simbolica conquista dei territori e di una conferma della sottomissione delle popolazioni che li abitavano; d) in alcuni casi, in situazioni politiche difficili, erano opportune la presenza del monarca e una sua risposta alle importanti questioni politiche; e) la partecipazione di autorità regionali, anche “allogene”, ad iniziative legate all’accoglienza e al soggiorno di alti ospiti, coinvolgeva i governanti delle terre conquistate e l’aristocrazia locale nelle cerimonie di presentazione dell’élite imperiale, cioè nel sistema dei riti di stato, che portava all’unificazione degli strati socialmente vicini dell’impero.

 

3. La conoscenza della varietà etnica dell’impero non si limitava alle cerimonie ufficiali. Nel corso del viaggio gli zar apprendevano il modo di vivere dei sudditi. Durante gli spostamenti della famiglia imperiale i sudditi appartenenti a diverse etnie avevano la possibilità di raccontare del loro popolo, dei loro costumi e stili di vita, mostrare l’arte degli artigiani locali e insieme dimostrare la fedeltà al trono. Il modo più evidente per ampliare le conoscenze dello zar, della zarina, dei principi, dei gran principi, ecc. in questo campo era offrire loro la produzione dell’artigianato locale, gli oggetti di uso quotidiano e domestico e del culto religioso non ortodosso, nonché creazioni artistiche appositamente preparate tenendo presente la simbologia etnica. In altre parole, all’augusto auditorio venivano implicitamente tenute delle lezioni di etnografia.

 

[Traduzione dal russo di CATERINA TROCINI]

 

[Un evento culturale, in quanto ampiamente pubblicizzato in precedenza, rende impossibile qualsiasi valutazione veramente anonima dei contributi ivi presentati. Per questa ragione, gli scritti di questa parte della sezione “Memorie” sono stati valutati “in chiaro” dal Comitato promotore del XXXVI Seminario internazionale di studi storici “Da Roma alla Terza Roma” (organizzato dall’Unità di ricerca ‘Giorgio La Pira’ del CNR e dall’Istituto di Storia Russa dell’Accademia delle Scienze di Russia, con la collaborazione della ‘Sapienza’ Università di Roma, sul tema: MIGRAZIONI, IMPERO E CITTÀ DA ROMA A COSTANTINOPOLI A MOSCA) e dalla direzione di Diritto @ Storia]